Oggi CambioPasso ha un’ospite di riguardo. Si tratta di una blogger brava e originale, oltre che gentile, visto che ha accettato il mio invito a parlare di cambiamento in questo spazio. Quando ho scoperto il suo blog non l’ho più abbandonato perché lei ha una marcia in più. E’ Chiara di Erodaria e quello che segue è il suo post per Cambiopasso:
Non ho mai cambiato veramente passo, di svolte veramente eclatanti non ne conto molte. Forse non sono adatta a essere ospitata su questo blog.
Di me posso dire di essere un essere resiliente. Un po’ bogio nen (pronuncia “Bugianèn”) com’è nella natura di ogni piemontese. Non è solo prudenza, mi piace pensarla anche come fermezza.
I miei cambiamenti non sono mai stati veri salti, quanto piuttosto naturali passi avanti. O indietro, o di lato. Possono da fuori non sembrare scosse decisive, ma li considero assestamenti necessari a rispondere alle sollecitazioni della vita mantenendosi in equilibrio.
Ne faccio un piccolo elenco:
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Quella volta che ho realizzato che l’amore parla un linguaggio semplice, ti parla di continuo, ma che se non hai né orecchie né vocabolario non lo decodifichi mica
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Quella volta che ho scoperto di aspettare due gemelli (che poi erano gemelle, ma questo l’ho scoperto quasi nove mesi dopo)
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Quella volta che ho scoperto di aspettare un terzo figlio (che poi era una terza figlia, ma questo l’ho scoperto quasi nove mesi dopo)
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Quella volta che, seguendo un istinto più che un ragionamento, ho aperto un blog
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Quella volta che ho compreso che l’ambizione è di molto seconda alla soddisfazione, specie sul lavoro, e che la soddisfazione è fatta di moltissime piccole cose preziose
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Quella volta che ho capito che il presente è l’unico dono che esiste adesso
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Quella volta che, sbollito l’orgoglio, ho afferrato di aver sbagliato più io che l’altro
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Quella volta che mi son messa a coltivare e gestire i sentimenti come un giardiniere
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Quella volta che ho smesso di idealizzare le occasioni mancate e le ho lasciate andare via
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Quella volta che ho abbracciato le mie responsabilità senza scansarle come la peste
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Quella volta che ho compreso definitivamente che lo zenzero, passato il primo morso, mi piace molto
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Quella volta che ho preso a scrivere senza aspettative
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Quella volta che ho intuito a chi volevo assomigliare
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Quella volta che ho smesso di parlare con la voce scimmiottata di un altro e ho cominciato a sentire forte e usare la mia
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Quella volta che ho raschiato l’invidia e portato alla luce l’ammirazione
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Quella volta che ho iniziato a collaborare con qualcuno con cui mi faceva paura competere
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Quella volta che ho sentito la mia vocazione per la mediocrità (latina e dorata come una gonna plissé)
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Quella volta che ho riconosciuto la superiorità di chi è più bravo
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Quella volta che ho fatto spallucce invece che lacrimucce
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Quella volta che ho capito di quale dipendenza dovevo cercare di liberarmi almeno un po’
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Tutte quelle volte che ho sorriso invece che altro.
Per quanto mi riguarda dovrei riscrivere l’elenco di Chiara sostituendo “Quella volta che” con “Cerca di”, appenderlo sopra il letto e recitarlo a voce alta ogni mattina di prima di uscire di casa (ecco magari non proprio tutte le voci, con lo zenzero per esempio, credo proprio che non potrei farcela).
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