Il principe verde è caduto in battaglia e da vero reale l’ha fatto in un autentico castello di quelli con la torre, le segrete e i letti a baldacchino.
Pare abbia combattuto un duro duello con un vaso da giardino (per ora non abbiamo altri dettagli) che alla fine l’ha schiacciato sotto il suo peso, frantumandogli l’orgoglio guerriero e la tibia destra.
Ha resistito stoico al dolore e alle cure dei medici, solo durante le fasi dell’ingessatura ha avuto qualche cedimento: invocava la sua amata (sorella) che chiamava in suo soccorso affinchè lo difendesse dall’aggressione del nemico (medico) a cui, con la sua indomita grinta, ha urlato a più riprese: “no piace gesso! bleah! blutto! Aiuuuutooooo!”.
Di queste appassionate esternazioni resta traccia nel referto medico dove un sanitario clemente si è limitato a riportare: “paziente piuttosto agitato”.
Ha passato la notte nell’accampamento militare sotto la tenda dell’infermeria e lo sguardo vigile della sua mamma a cui non ha risparmiato un brutto spavento e una notte completamente insonne.
Adesso è tornato a casa, tra le braccia della principessa rosa, e come un vero eroe mostra a tutti, con ostentato orgoglio, le ferite di guerra e la sua armatura di gesso bianco.
Peraltro, da abile stratega, ha subito individuato tutti i vantaggi della sua nuova condizione: cartoni animati e caramelle a volontà, coccole a profusione, la mamma a totale disposizione. Dall’alto del suo trono impartisce ordini e comandi a chiunque si trovi alla sua portata, assecondando così i suoi nobili natali e la sua indole fiera.
E così facendo proferisce richieste senza soluzione di continuità: “no piace pasta bianco, vuolo ciugo! no vuolo blum blum lossa, vuolo velde!” esprimendosi, da vero aristocratico, in un linguaggio inaccessibile al volgo.
Questa situazione, per ora giustificata dalla prossimità degli eventi, è destinata ad avere breve durata prima che il principe verde si trasformi in un tiranno dispotico e prima che la sottoscritta, da mamma amorevole, si tramuti in madre Gothel.
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