Ognuno ha il proprio modo di rilassarsi. La sera, quando scende il buio e le energie della giornata sono quasi esaurite c’è chi poltrisce inerme davanti alla TV, chi legge un libro, chi sia abbiocca sul divano.
Io ultimamente ho abbandonato questi rilassanti, quanto futili, passatempi per un’attività più stimolante: io cerco casa, e lo faccio con l’accanimento di chi ha uno sfratto esecutivo che gli pende sul groppone.
Nonostante sia in genere di gusti piuttosto sobri, non ami lo sfarzo e rifugga l’ostentazione fine a se stessa, quando si tratta di cercare casa, le mie inclinazioni abbandonano ogni modestia.
L’aspetto singolare è che mi dedico esclusivamente alla ricerca di immobili che non sono alla mia portata. Come una vera nobildonna snobbo la periferia con lo sdegno di Mariangela Melato in “Travolti da un insolito destino …”e rivolgo le mie ricerche al centro città, la linea di confine: la circonvallazione interna.
Punto il mirino sui quartieri della Milano bene: Brera, Navigli, San Vittore, Sempione, potrei al limite tollerare la zona dell’Ippodromo, purchè mi venga garantito il giardino privato. Noblesse oblige.
Disdegno monolocali e bilocali come fossero catapecchie decrepite e mi concentro solo sulle case di pregio dalle ampie metrature: attici con terrazze, ville con piscina o giardini pensili, appartamenti vista Duomo, Santa Maria delle Grazie o San Marco.
Come se avessi vinto al Superenalotto, prendo in rassegna immobili già ristrutturati e dalle finiture di pregio, possibilmente arredati da architetti o designer dai gusti raffinati nello stile di AD o Elle Decor.
Si tratta inevitabilmente di proprietà dai costi assolutamente fuori dalla mia portata che prevedono cifre a sei zeri o la trattativa riservata. Eppure questo particolare non mi ferma, e poi perché perdere tempo con dettagli così volgari come il vile denaro?
Ci sarebbe infine un altro elemento di scarso rilievo da segnalare: casa mia mi piace parecchio, è confortevole, l’ho appena ristrutturata e per ora risponde alle esigenze della mia famiglia. In altre parole in questo momento non ho alcuna necessità di cambiare abitazione.
Eppure cerco casa come se avessi l’ufficiale giudiziario alla porta.
Il Torinese sostiene che avrei bisogno di farmi vedere da uno psichiatra, di quelli bravi. Io sono invece dell’idea che mi basterebbe fare due chiacchiere con un abile agente immobiliare.
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