COUP DE FOUDRE

Ammiccava dalla vetrina ad ogni mio passaggio. Mi guardava di soppiatto da dietro al vetro, si limitava a stare immobile, con la spocchia di chi è avvezzo agli sguardi femminili e certo del suo irresistibile carisma.

La prima volta l’ho osservato di sfuggita e lui di rimando mi ha fatto l’occhiolino, ma io ero con i bambini, e non potevo fermarmi. Così ho distolto lo sguardo e sono passata oltre, sebbene sia rimasta piuttosto turbata da quel primo, fugace, incontro.

La volta successiva ho cercato di ignorarlo, di tirare di dritto senza indugi, ma lui ha tenuto il suo sguardo ipnotico fermo su di me con quel suo fascino elegante e allo stesso tempo discreto, che mi ha subito catturata. Così mi sono fermata e siamo stati a lungo a fissarci, devo ammettere, con una certa intensità. Credo che sia stato in quel momento che abbiamo capito che eravamo fatti l’uno per l’altra. Purtroppo un impegno importante mi ha impedito di fermarmi più a lungo.

E’ stato al terzo incontro che sono capitolata, ormai preda disarmata del desiderio. Così sono entrata nel negozio. Lui stava lì, con l’espressione di chi sapeva che prima o poi non avrei resistito e avrei ceduto alle sue sfacciate lusinghe.

Dopo un breve corteggiamento, ci siamo appartati nel camerino, mentre mi spogliavo non vedevo l’ora che mi fosse addosso e solo dopo che è successo ho capito che non avrei più potuto lasciarlo. E infatti, alla fine, sono scappata con lui, anche se quella fuga mi è costata cara.

L’altro giorno, mentre nei campi le gelate rovinavano i raccolti, il termometro segnava temperature invernali e i piumini venivano recuperati da prematuri cambi di armadio, io entravo in un negozio d’abbigliamento e compravo un vestito che potrò indossare solo quando al supermercato troveremo il cocomero della Val di Cornia e l’aria condizionata tornerà ad insidiare la nostra cervicale.

In effetti, a volte, quando fuori sentiamo freddo e l’umore fa pendant con il clima, a scaldarci un po’ può bastare un piccolo, frivolo, raggio di sole.