il gigante e la bambina

IL GIGANTE E LA BAMBINA

Lui ha una camminata singolare e un po’ buffa che ricorda quella di Papà Gambalunga. Fa lunghi passi dinoccolati, come se dovesse tagliare il traguardo in una manciata di falcate. Ha un sorriso sdentato e un po’ ebete, lo sguardo buono e stralunato di chi ha strumenti limitati per affrontare la vita.

Parla un linguaggio inedito, che contempla l’uso esclusivo del dialetto, ma non conosce articoli e preposizioni. Declina i verbi all’indicativo presente, come se abitasse quell’unica dimensione e forse anche per questo ha un’età indefinita.

La bambina non ha ancora un anno quando lui si china sul suo visetto curioso, e ne viene catturata, gli sorride divertita e tende le braccia per farsi sollevare dal gigante buono.

Lui resta incastrato in quell’abbraccio tanto che appena fa per posarla lei urla, strilla e non molla la presa. Così l’accompagna a casa sorreggendola come una reliquia in processione: la presa salda e lo sguardo fiero.

Quando arrivano a destinazione lei ancora non si rassegna a separarsi dal suo eroe cortese e torna ad urlare e a strillare, costringendoci ad uno strappo.

Anche oggi, che di anni ne ha cinque, quando lo incontra gli corre incontro entusiasta e festaiola, gridando il suo nome, manca solo in sottofondo la musica di Love Story. Ha sempre un piccolo episodio da raccontargli e glielo porge come un regalo prezioso. “lo sai che ho salvato una capretta?”, “stasera la mia mamma mi fa la pizza”, “il mio fratellino è in castigo perché ha fatto i capricci”.

Lui l’ascolta attento e ride di gusto, aprendo il suo sorriso sdentato, poi mi guarda e mi dice sempre la stessa cosa: “fürrrba”, arrotando la R come fanno i bambini quando imparano a pronunciarla. Quindi si allontana, raggiunge, con passo sperticato, la sua vita semplice.

Non abbiamo mai capito perché mia figlia grande resti così affascinata da quel gigante gentile e derelitto. Forse è lo sguardo buono, forse è il viso buffo, forse è il linguaggio scalcinato e misterioso.

O forse ha solo capito che dentro a quell’omone grande è rinchiuso un bambino.


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15 risposte a “IL GIGANTE E LA BAMBINA”

  1. Avatar massimolegnani

    l’ultima ipotesi sicuramente.
    e poi anche perchè tua figlia non avendo ancora “giudizio” è libera dal “pregiudizio”
    (la cosa più bella dell’infanzia)
    ml

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    1. Avatar blogcambiopasso

      e’ proprio così Massimo, sarebbe bello se riuscissimo ad essere così anche noi adulti, almeno ogni tanto.

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  2. Avatar IsaQ
    IsaQ

    E’ un bel racconto. Bello. Brava!

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    1. Avatar blogcambiopasso

      grazie mille Isa!!

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  3. Avatar cazzeggiodatiffany

    Io adoro questa cosa dei bambini, il loro saper andare oltre

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    1. Avatar blogcambiopasso

      Davvero, avremmo tanto da imparare …

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  4. Avatar Pensieri rotondi

    Che bello, una fiaba vera… I bambini sono giganti, per questo tua figlia ama quell’omone.

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    1. Avatar blogcambiopasso

      Però, confesso che un po’ lo amo anche io. che sono piccola piccola 😉

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  5. Avatar Gisella

    Molto bella. I bambini vanno oltre, sempre.

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  6. Avatar Tati

    Quanta bellezza! ❤

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  7. Avatar The Butcher
    The Butcher

    Un film con un messaggio semplice e puro che è riuscito davvero a colpirmi.
    Alcuni dicono che è un film fatto più per bambini che per tutti, ma io credo che sia rivolto anche agli adulti, per cercare di risvegliare il bambino che è in tutti noi.
    Mi dispiace solo che abbia floppato al botteghino.

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    1. Avatar blogcambiopasso

      Mi fa piacere che ti sia piaciuto il film, ma io temo proprio di non averlo mai visto. Il titolo invece l’ho preso in prestito dalla canzone di Dalla.

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  8. […] mercato del venerdì davanti al banco dei formaggi può capitare che ti venga incontro un omone sdentato e indifeso che conosci da quando eri bambina. “Gnìa granda! Piansa po’” annuncia perentorio […]

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