Per De Andrè era Georges Brassens, per Monet fu Eugen Boudin, per Baudelaire, Théophile Gautier.
Ora, anche io, nel mio piccolo, ho un modello di riferimento. Per me lei è la regina delle blogger, la maga della scrittura web, la Dea della creatività. Lei è Enrica Tesio. Che è un po’ come dire, parlando della poesia francese: lui è Jacques Prévert.
Per chi non la conoscesse ha un blog che si chiama Tiasmo – con un sottotitolo ai limiti del pornografico – che per me è una scatola di cioccolatini. Perché, come diceva il buon Forrest, non sai mai quello che ti capita: a un post spassoso, da ridere alle lacrime, ne alterna uno che ti fa colare il naso anche se non hai il raffreddore. In ogni caso, leggendo il suo blog è bene tenere un kleenex a portata di mano.
Lei ha una scrittura originale, alla portata, ma contemporaneamente di classe, un’ironia singolare e intelligente. Un po’ Mazzantini, un po’ Litizzetto. Guarda caso è torinese, e le blogger di Torino, vi assicuro sanno il fatto loro. Saranno i gianduiotti.
Va beh, l’avete capito, io la Tesio la amo.
Il suo blog, però è anche il laboratorio della mia frustrazione creativa, la fucina delle mie insoddisfazioni letterarie, i suoi post il contraltare dei miei più riusciti, perchè per quanto mi impegni a scrivere bene, poi c’è la Tesio, il cavallo di razza. Io, il ciuchino.
Tempo fa avevo pensato nei dettagli ad un post sui bambini in piscina. Poi zitta zitta è arrivata lei dalle retrovie e ne ha pubblicato uno sul medesimo argomento. Il confronto tra i due, una partita persa, la Juve, (per restare a Torino) contro il Sassuolo (dove io, è chiaro, vesto la maglia neroverde). Così, quel post decido di non scriverlo più. Ubi maior …
D’altro canto lei non solo ha talento da vendere, ma anche una laurea in lettere e un lavoro come copywriter, le parole sono il suo pane quotidiano, la creatività un suo strumento di lavoro. Se penso alla mia cassetta degli attrezzi, ai miei studi di legge e al mio lavoro, mi sento Giusy Ferreri al cospetto di Mina. E io di Talento non ho neppure il furgone (quello della Fiat).
In realtà la mia vita è stata costellata dalla Tesio, anche se non sempre si chiamava Enrica.
E’ stata Elena, la mia amica bella, quella che è inutile che mi metta le scarpe col tacco, tanto se c’è lei, il moretto con la moto non mi guarderà mai. Si chiamava Ilaria, quella simpatica, che io è meglio che sto zitta che lei fa più ridere di una puntata di Friends, è stata Rita, quella intelligente, che è meglio se mi precede, dato che dice sempre la cosa giusta, io al contrario sono cintura nera di gaffe e medaglia d’oro in figure di merda.
Quanti nomi, le mie insicurezze.
Perché la verità, tutta la verità è che la Tesio è una scusa, l’avrete capito. Così come l’amica bella, quella simpatica e quella intelligente. E io in fatto di scuse ho una laurea ad honorem.
Perché dichiararsi battuti in partenza è sì un escamotage per evitare una delusione, ma anche la più facile delle vie per non mettersi in gioco, la strada più corta per non giocare la partita, la scorciatoia meno impervia per non godersi la vita.
E io sono sempre stata una fifona. Che se ci provo e non va bene, poi magari fa male. La verità però è che provarci è l’unica via per riuscirci, non me ne vengono in mente altre.
E in effetti mettersi in gioco ha un sacco di vantaggi. Nella scrittura serve a trovare il proprio stile, come nella vita la propria personalità. Costa fatica, impegno e dedizione, ma mette in circolo energie. Fa tremare le gambe, ma aiuta a sentirsi vivi.
E allora nascondersi dietro ad un dito (anche se è quello della Tesio) non serve a nulla.
Questo blog si chiama Cambiopasso e sebbene sia nato per altri scopi è diventato, tra l’altro, il diario dei miei (piccoli) cambiamenti. Perché per dare forma – e pure sostanza – ad un mutamento a volte è necessario riconoscerlo a voce alta.
E allora io ho deciso di non essere più quella che si tira indietro perché non si sente all’altezza o perché qualcun altro lo farebbe meglio, io ho deciso di essere una che ci prova, nel blog come nella vita. E se poi non viene bene come vorrei … pazienza, me ne farò una ragione, ma almeno avrò giocato la mia personalissima partita.
Anche perché il modello dovrebbe servire a migliorarsi, non a fermarsi. E dire non pubblico un post perché l’ha già fatto la Tesio è come dire smetto di truccarmi che in giro c’è Belèn.
E allora il post sulla piscina non solo l’ho scritto comunque, ma l’ho anche pubblicato, e se non è divertente ed originale come quello della Tesio non ha importanza, quello che conta è che l’ho scritto a modo mio.
Rispondi