Sally Vasco

Sally

Ti dici che sei emotivamente più solida, che hai individuato lo scopo del tuo andare e la direzione dei tuoi passi, che le tue paure hanno perso vigore e che le tue insicurezze sono sbiadite fino a diventare lucine intermittenti nella nebbia milanese.

Poi una sera, mentre la casa dorme, sei sul divano a finire di scrivere un post e fai zapping sui quotidiani on line ed è lì che immerso nei resoconti delle sciagure internazionali compare il suo volto, su tutte le testate. Un microfono in mano e un’espressione intensa, dolce e determinata allo stesso modo. All’inizio non gli presti attenzione, poi l’insistenza con cui il video viene proposto ti colpisce senza scampo.

Allora, anche se quella trasmissione canora non la segui da un bel po’, che di tempo non ne hai più nemmeno per la musica, ti lasci incuriosire. Così clicchi sul filmato e compare lei, la criniera riccia, quasi afro, gli occhi grandi e intensi.

E la testa coi ricci inizia a cantare e lo fa con una voce soul che arriva dritta dal fondo dell’anima. E canta quella canzone di Vasco che ti piace tanto, più di tutte, che racconta di una donna fragile, che ha sofferto e che vuole con tutta se stessa tornare a vivere, libera dai giudizi.

L’interpretazione di questa giovane donna ti lascia senza fiato, ti colpisce come un dardo prima al ventricolo destro e poi al canale lacrimale, forando entrambi e lasciandoti immersa in un’emorragia di lacrime e emozioni.

Così, senza che quasi te ne accorga, senti due rivoli bagnati che ti scendono sulle guance e procedono spediti senza che tu abbia né il tempo né la forza di richiamarli all’ordine, di impedire loro di tracimare gli argini e di scendere in picchiata sul crinale delle gote e poi giù fino allo scarto del collo.

Perché lei è brava, brava davvero. Una di quelle che ti frugano dentro, che smuovono ricordi incrostati, che risvegliano parti di te che avevi nascosto in fondo all’anima, sotto un tappeto di emozioni soffocate, di sentimenti stropicciati e di sogni lasciati andare come palloncini dalla mano di un bimbo distratto.

E allora ti accorgi che, per quanto ti alleni a diventare sicura e forte, per quanto ti produca in prove di autostima e in esercizi di determinazione, c’è ancora una Sally dentro di te che è pronta a saltare fuori quando meno te lo aspetti, come di fronte all’esibizione inarrivabile di una Rita Bellanza qualunque.


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Comments

9 risposte a “Sally”

  1. Avatar lamelasbacata

    È una di quelle canzoni in cui viene fuori l’anima e quella c’è o non c’è, non ci sono trucchi o artifici che tengano. Se la vita non ti ha colpito duro almeno una volta, se non ti sei rialzata a corto di fiato non la canti, perché non la senti dentro. Brava tu e lei.

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    1. Avatar blogcambiopasso

      E’ vero Mela, cantare Sally non è da tutti. Anche se io credo che tutte le donne, almeno una volta, si siano sentite Sally.

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  2. Avatar una mamma zen

    Sally siamo noi, tutte le donne, anche quelle che non si accorgono di esserlo. Ci sono dei momenti che ascoltandola mi commuovo anche io…
    Infondo non era poi tutto sbagliato. Forse era giusto così. Forse ma forse ma si 😉

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    1. Avatar blogcambiopasso

      E’ vero Chiara, Sally parla alle donne, anche se Vasco dice che Sally è lui 🙂

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      1. Avatar una mamma zen

        E ma lui mica è un uomo come gli altri 😝

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  3. Avatar Romeo

    Non so amo di più quella versione di Vasco o Fiorella…. comunque brava Ale. La fragilità di Sally appartiene a tanti di noi 😉

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  4. Avatar blogcambiopasso

    A me lei è piaciuta tanto … anche lei un’anima fragile

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  5. Avatar Pensieri rotondi

    A me basta meno. Per frammentarmi e sapere: che tutti i miei pezzi non hanno colla che tenga.

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    1. Avatar blogcambiopasso

      sì, lo so. Lo leggo …

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