quarant'anni

SEGNALI INEQUIVOCABILI

Mi tormenta un freddo insistente e molesto. Ho provato a dissuaderlo con una respingente tuta di pile in cui mi infilo non appena varco la soglia di casa, ho cercato di allontanarlo nascondendomi sotto la pesante coperta di lana con cui ho farcito il mio letto e ho persino ingaggiato una guerra, fredda anch’essa, con il Torinese: lui abbassa la temperatura dei caloriferi, io la alzo, ma non c’è verso. Come uno stalker professionista il freddo non mi perde di vista e appena abbasso le difese si avvicina e colpisce.

Sono lontani i tempi in cui, sprezzante della temperatura esterna, sfidavo rigidi inverni coprendomi con una giacca di renna sfoderata, d’altro canto, è risaputo, il freddo le sbarbate non se le fila, ha un debole per le donne mature.

Reagisco con allarme ad ogni segnale insolito che il mio corpo mi manda. Basta un piccolo sintomo per farmi temere di essere affetta da una rara patologia dalla cura introvabile. Sullo Zanichelli vedi alla voce ipocondria. Su Google invece è meglio non controllare per evitare di digitare “imprese funebri” dopo aver cercato “starnuto”.

E’ strano perchè fino a non molti anni fa facevo le analisi con la frequenza delle eclissi solari e vedevo il mio medico curante solo per farmi prescrivere i certificati di idoneità alla palestra.

Sono scesa dai tacchi. Ho scoperto che non sono molto pratici per fare la spesa, portare le borse e rincorrere i bambini, specialmente se devi fare tutto in contemporanea. Così li ho archiviati, insieme al perizoma e alle autoreggenti, alla voce strumenti di tortura.

Eppure i tacchi sono sempre stati il mio tratto distintivo, il trampolino di slancio dal quale mi affacciavo sul mondo.

Non riesco a buttare giù quei due rotolini da barbie magia delle feste che ho accumulato durante le vacanze di Natale a suon di torroni al cioccolato, datteri dolci, crema al mascarpone e poca, pochissima forza di volontà. Si sono affezionati al mio girovita come una cagnolino al suo padrone.

Eppure fino a un po’ di tempo fa del cane potevo essere al massimo l’osso.

Sembrano quisquilie, fatti poco rilevanti che spostano in modo appena percettibile il livello del mio modo di vivere. E invece sono molto di più. Sono emissari, portatori consapevoli di un messaggio preciso. Sono qui per dirmi che la giovinezza si sta pian piano facendo da parte per lasciare posto a quella figura più ingombrante che è la maturità. Sono merce di scambio che devo barattare per poter varcare la soglia dell’età adulta.

Eppure, a dirla tutta, non mi sembra così alto il conto da pagare per questo cambio di scena. Perchè qualcosa dovrò pur mettere sul piatto in cambio del pacco regalo che i quarant’anni mi hanno lasciato sulla soglia e che ho scoperto colmo di cose preziose.

Contiene una bussola per trovare dentro di me un centro di gravità permanente, e smetterla di vivere in balìa delle emozioni, una lucina, accesa su una passione tardiva, ma appagante e qualche buono sconto da utilizzare con i miei sensi di colpa.

C’é dentro una mappa per aiutarmi a imboccare la strada più breve ed evitare di fare immensi voli pindarici (leggi menate) prima di arrivare alla meta, dei modelli di riferimenti più morbidi da scambiare con quelli vecchi e troppo giudicanti, e un sacchetto di risate, che quando ridiamo il corpo si scuote e fa cadere a terra un po’ di quei pesi che tutti quanti ci portiamo appresso.

Ci ho trovato anche una bilancia per dare un peso solo alle cose che contano e fregarsene resto. Del commento acido della collega, dei giudizi di mia madre, di una ruga d’espressione che s’affaccia ai lati della bocca. Una piuma, per ricordarmi che la leggerezza non è sinonimo di superficialità, ma un modo per planare sulle cose dall’alto, un foglio e una penna, da usare non per fare bilanci, ma per disegnare nuovi progetti.

Care amiche dovete sapere che, per certi versi, dopo i quarant’anni la vita si alleggerisce. Dubito che sia perchè l’esperienza ci ha insegnato qualcosa, più probabilmente si è solo tolta di dosso un bella fetta di anni, e allora fluttua più lieve. Secondo me vale la pena approfittarne.


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5 risposte a “SEGNALI INEQUIVOCABILI”

  1. Avatar romolo giacani

    Certo che vale la pena approfittare! Però dai, almeno ogni tanto le autoreggenti….. 🙂

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    1. Avatar blogcambiopasso

      🤣🤣🤣 lo dice anche il Torinese !!!

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      1. Avatar romolo giacani

        Non stento a crederlo! 😉

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  2. Avatar erodaria

    oh, ma se ci pensiamo bene anche la giovinezza è ingombrante!

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    1. Avatar blogcambiopasso

      Sì sì è proprio quello che volevo dire, forse anche più della maturità
      Un abbraccio Chiara

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