DI MADRI BIONDE E FIGLIE MORE

Lei è bionda e con gli occhi azzurri. Io mora e con le iridi scure. Lei è precisa e ordinata. Io caotica e approssimativa. Lei è pragmatica e concreta. Io sognatrice e con la testa tra le nuvole. Lei è ipercinetica e instancabile. Io sono pigra e indolente.

Non so come abbia fatto mia madre a partorire una creatura tanto diversa da lei. Eppure è vero e allo stesso tempo non è vero. Perchè potrei scrivere l’incipit di un altro post elencando le caratteristiche che abbiamo in comune.

In effetti, che ci piaccia o meno, siamo tutte le nostre madri,

Quando nasciamo ci identifichiamo inevitabilmente in loro, in un rapporto simbiotico e di dipendenza, che ci spinge ad introiettarle. D’altro canto sono la nostra prima fonte di sostentamento e di accudimento e il nostro primissimo esempio di femminilità.

Ricordo che, quando avevamo circa 16 anni, una mia amica mi disse: “Io non la sopporto proprio mia mamma, eppure, senza che lo voglia, mi rendo conto che molto spesso reagisco agli eventi nel suo stesso identico modo”.

Anche a me capita. Lo noto più ora che da giovane, soprattutto nella relazione con i miei figli. Accade perchè una parte di lei l’ho interiorizzata da bambina.

D’altro canto, nell’infanzia, del più importante modello che la vita ci aveva messo davanti non potevamo scegliere cosa fare nostro e cosa lasciar andare. Così ci prendevamo tutto il pacchetto, perché non avevamo ancora gli strumenti per discernere quello che ci andava bene da quello che invece non faceva per noi.

Poi è arrivata l’adolescenza e quel modello è diventato qualcosa da cui prendere le distanze per andare alla ricerca di altri riferimenti e per costruire, anche grazie ad essi, la nostra identità. Così abbiamo cercato nuove fonti d’ispirazione che, come fari, ci illuminassero il cammino e abbiamo sviluppato caratteristiche che fossero l’opposto di quelle delle nostre madri per allontanarci da loro e per sentirci uniche. Perchè ci formiamo anche in contrapposizione alle caratteristiche materne.

Io non ho fatto eccezione. Non ero un’adolescente facile. Forse non ero particolarmente ribelle, ma ero introversa e piena di complessi. E mia madre era severa e poco disponibile a lasciarmi spazi solo miei. Anche io ho dovuto rinnegarla per poter crescere e trovare la mia strada. E’ un passaggio inevitabile che ci serve per diventare grandi.

Poi però queste fasi, per fortuna, finisco e alla fine ci ritroviamo adulte, proprio come loro. E allora arriva il momento in cui possiamo vedere quel rapporto ancestrale sotto un’altra prospettiva.

L’altro giorno mia mamma mi ha accompagnata in centro per i saldi. Ha preteso di andare e tornare a piedi perchè voleva smaltire i kili accumulati durante le vacanze di Natale. E’ entrata nei negozi dandomi consigli e informandosi sugli ultimi dettami della moda. Ha voluto passare da Sturbucks, quello dove prima c’era la posta, perchè ne ha sentito tanto parlare ed era curiosa.

E mentre andavo a casa ho pensato che questa sua vitalità e la curiosità che ancora ha per le cose del mondo era molto bella e mi sarebbe piaciuto farla anche mia. E non è la prima volta che mi sorprendo a pensare a mia madre in questo modo.

Perchè siamo state bambine bisognose e adolescenti ribelli. Poi ci siamo trovate adulte con il nostro bagaglio più o meno grande di esperienze e soprattutto con più strumenti per capire chi siamo e chi vogliamo diventare.

E allora ecco che ci possiamo permettere di andare nuovamente a prendere le nostre madri ad esempio, ma in modo più libero, senza identificarci né rinnegarle. Adesso possiamo scegliere ciò che di loro ci piace e provare a farlo nostro, trasformarlo con le nostre caratteristiche e fare in modo che si inserisca nella nostra personalità in modo armonioso e originale. E allo stesso modo possiamo scrollarci di dosso quelle parti di loro che non ci assomigliano e che non si incastrano con la persona che vogliamo diventare.

Perchè se è vero che siamo le nostre madri è pur vero che siamo esseri unici e autentici, con caratteristiche e attitudini solo nostre. E adesso che siamo cresciute, sappiamo che siamo delle diramazioni delle nostre madri che da loro possiamo prendere spunto e lasciarci consigliare. Ma sappiamo anche che quei rametti hanno messo radici tutte loro grazie alle quali possiamo , in piena libertà costruire la nostra strada e a inseguire i nostri sogni.


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6 risposte a “DI MADRI BIONDE E FIGLIE MORE”

  1. Avatar romolo giacani

    E’ proprio così infatti e anche per noi maschietti con i papà funziona allo stesso modo. Forse è proprio nel tenere le distanze che ci si accorge delle vicinanze

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    1. Avatar blogcambiopasso

      sì, mi viene in mente una famosa attrice, che diceva che suo padre le raccomandava di andare più lontano possibile da lui e dalla madre perché per quanto lei si fosse allontanata loro sarebbero sempre stati con lei

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  2. Avatar Simone, quello di @purtroppo

    C’è un momento nella vita in cui ci rendiamo conto di somigliare più ai nostri genitori che ai nostri figli. E quel momento mi fa sempre paura. Tanto da negare ogni volta di esserci passato 🙂

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    1. Avatar quartopianosenzascensore

      E che commento profondo, Purtroppo.
      Mi stupisce sempre leggerti così.

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  3. Avatar quartopianosenzascensore

    Io pensavo che la strada è segnata.
    Bisogna solo aspettare…

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