Dondolina si è rotta il naso. Sebbene non disponga di una diagnosi ufficiale ne ha un’intima certezza.
E’ caduta, con disinvolta ingenuità, nella trappola sapientemente ordita ai suoi danni dal Torinese.
Aspettate a chiamare telefono rosa perché non si è trattata di un’azione dolosa, quanto piuttosto di un raffinato tranello.
Il suo (notoriamente) maldestro compagno di vita ha lasciato l’aspirapolvere attaccata alla presa e lei, che è una creatura che si aggira nel mondo col lo sguardo e la testa rivolti per aria, è inciampata nel filo ed è caduta di faccia contro la porta del ripostiglio.
L’intera scena si è svolta in una cornice dal sapore splatter e con una coreografia degna dei migliori film di Tarantino, condita da sangue, urla sguaiate e bambini in lacrime.
Non volendo recarsi al pronto soccorso, nel timore di contrarre l’insidioso virus, si è dovuta affidare alle cure del suo stesso carnefice che le ha somministrato ghiaccio a più riprese e goffi tentativi di scuse che lei ora sta attentamente esaminando chiusa in camera di consiglio.
Parenti e amici l’hanno contattata per accertarsi del suo stato di salute e qualcuno anche per farsi delle grasse risate sulla dinamica dell’incidente e sulla sua sfortuna sfacciata. Ma lei se n’è accorta, perchè in questo momento è davvero difficile riuscire a prenderla per il naso.
E comunque ha riso insieme a loro perchè ha fatto dell’autoironia il suo cavallo di battaglia e, (a differenza del naso) ci vuole ben più dello sgambetto di un’aspirapolvere per riuscire ad incrinargliela.
Ora va un po’ meglio. Sebbene il setto viri lievemente a sinistra, il dolore è meno intenso e la tempesta sembra stia passando dato che sotto gli occhi le sta comparendo un variopinto arcobaleno dalle sfumature che vanno dal blu oltremare al giallo ocra.
Resta al vaglio la posizione del Torinese, al quale lei, per non saper nè leggere nè scrivere, ha consigliato per ora di rivolgersi al patrocino di un bravo penalista.
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