La scrivania appoggiata contro a una finestra che dà su un bosco verde di collina e non più su una distesa uniforme di palazzi grigi.
Le camminate in salita verso un laghetto di montagna per insegnare ai bambini che quel che conta è il percorso, ma che porsi una meta è altrettanto importante.
Una stradina di sera illuminata dalle lucciole e un barattolo di vetro in cui raccoglierle, ma solo per liberarle poco dopo tutte insieme e vedere l’effetto che fa.
Un maneggio dal quale tornare sporchi e stravolti a raccontare di cerbiatti, capre e cavalli e ripeterne i nomi alla mamma prima di addormentarsi felici.
I tuffi da una roccia in un fiume incantato, che se ce la fai sei bravo, ma se ti tremano le gambe e hai paura non importa, ci piaci lo stesso.
I pic nic nei prati, come negli anni ’70: un plaid, i panini e una palla per giocare con gli amici.
Il pisolino dopo pranzo e le buone intenzioni abbandonate sul comodino insieme a un romanzo di avventure e un taccuino per gli appunti.
I deliziosi manicaretti della nonna e una figlia che, per ritrovare la linea, dovrà stare a dieta stretta per tutto l’inverno.
Le amiche d’infanzia che sono anche quelle dell’età adulta. Diverse, ma sempre uguali.
Un temporale all’improvviso, ad inzupparci come spugne, subito dopo aver detto: “tranquilli sono solo due gocce!”
Le stelle cadenti, la corsa di mattina presto, la marmellata di more fatta in casa, i compiti delle vacanze, i campi di lavanda, un racconto da scrivere, un ghiacciolo per merenda.
Abbiamo passato un’estate un po’ particolare, quest’anno, una di quelle che ricorderemo a lungo. Ci ha tolto l’odore del mare, che non abbiamo potuto raggiungere, ma in cambio ci ha regalato il ritmo rallentato di chi, in questo disastro, ha avuto il privilegio di trasferirsi in campagna e lavorare da casa.
Mi auguro che scompaiano in fretta i motivi per cui quest’anno abbiamo trascorso un’estate diversa, che passino la malattia, la paura, le imposizioni, ma spero tanto che non ci si dimentichi che a volte, per vivere meglio, basta in fondo molto poco.
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