Forse non vi ho mai detto che possiedo una DeLorean DMC -12, sì proprio lei, l’auto di cui Emmet doc Brown e Marty McFly si servivano in ritorno al futuro per viaggiare nel tempo. E’ anche dello stesso colore, quel grigio topo che ora va tanto di moda, ma soprattutto è molto prestante.
In effetti sono una che fa molta fatica a stare nel tempo presente. Nel senso che, o mi struggo per il passato o mi preoccupo/faccio progetti per il futuro.
Solitamente quando vado indietro nel tempo tendo ad analizzare e a rimuginare su quello che è andato storto: le scelte sbagliate, le opportunità perse, i rimpianti. Quando mi proietto nel futuro faccio progetti e programmi, e fin qui tutto ok, se poi non subordinassi il mio stare bene alla realizzazione di quegli stessi obiettivi. Oppure tendo a preoccuparmi per qualcosa che dovrà ancora accadere e che forse non succederà mai, che è un modo per dire che sono leggermente ansiosa.
Il presente diventa quindi un tempo scomodo, di passaggio, la banchina del metrò, la sala d’attesa della stazione dei treni. Leggevo che gli induisti chiamano questa condizione velo dell’illusione: “il tempo voi non lo afferrate né lo trattenete, ma lasciate che se ne vada come cosa superflua”. E in effetti è vero: il passato e il futuro sono illusioni, vivono solo nella nostra mente, ma, mentre siamo concentrati su di loro, ci perdiamo la bellezza della vita, che intanto scorre. Forse è perché ne abbiamo una paura fottuta, ma trascuriamo l’unico momento disponibile per essere felici.
Così ultimamente ho deciso di tenere la mia Dorelan posteggiata nel box e di provare a frequentare un po’ di più il “qui ed ora.”
Vorrei riuscire a prestare attenzione a tutto ciò che di buono vivo adesso. Perchè se mi concentro sull’essere felice ora, non ci sarà nessun ricordo o preoccupazione che mi potrà distrarre da questa condizione. E allora quando sono felice, cerco di farci caso (tra l’altro avevo scritto “casa”, che mi sembra un lapsus bellissimo), di restare nel momento e di godermelo fino in fondo .
Ma anche quando sono in preda a qualche sensazione negativa, cerco di viverla appieno senza tentare di sfuggirle o di respingerla. Infatti solo se viviamo nel presente, quando accade una cosa che non ci piace, possiamo osservarla, per poi provare a cambiarla.
Sì, lo so che dirlo non facile è come farlo. Ci sono un sacco di tecniche, soprattutto di mindfulness, che possono fungere da facilitatori, se cercate in rete c’è solo l’imbarazzo della scelta. Io però mi rendo conto che quello che funziona di più per me è, ancora una volta, il cambiamento, tema tanto caro a questo blog. Perchè quando riesco a disinnescare il pilota automatico e ad uscire dalle abitudini, dai percorsi già segnati, anche nelle piccole cose di tutti i giorni, riesco a sentirmi più presente a me stessa.
E allora prendo lezioni di padel, anche se sono negata per l’attività fisica, assaggio un nuovo gusto di gelato, sebbene il pistacchio e la nocciola restino i miei gusti preferiti, vado a fare la spesa il venerdì invece che il sabato, ed è anche meglio, dato che c’è meno gente, indosso maglie color ciclamino che il nero mi ha rotto le balle.
E lo stare nel presente non mi impedisce di fare progetti o programmi, di immaginare il mio futuro e tracciare il percorso per raggiungere i miei desideri. Anzi proprio in questo periodo mi è venuto in mente un progetto, che se riuscissi a concretizzare, probabilmente mi consentirebbe di vivere una vita più piena e realizzata. Però cerco smettere di concentrarmi solo solo sulla meta, ma provo a godermi anche il percorso, i primi passi, gli affacci e le sporadiche incursioni su nuovi terreni, ma anche la paura e il brivido che ogni cambiamento porta con sè.
E chissà forse la Dorelan, con il suo equipaggiamento di futuri anteriori e passati remoti, la porto dallo sfasciacarrozze oppure la vendo, magari qualche estimatore me la compra. Io posso farne a meno perchè sto cercando di acquistare una bellissima utilitaria che va solo a benzina e indicativo presente.

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