Lui ha una camminata singolare e un po’ buffa che ricorda quella di Papà Gambalunga. Fa lunghi passi dinoccolati, come se dovesse tagliare il traguardo in una manciata di falcate. Ha un sorriso sdentato e un po’ ebete, lo sguardo buono e stralunato di chi ha strumenti limitati per affrontare la vita.
Parla un linguaggio inedito, che contempla l’uso esclusivo del dialetto, ma non conosce articoli e preposizioni. Declina i verbi all’indicativo presente, come se abitasse quell’unica dimensione e forse anche per questo ha un’età indefinita.
La bambina non ha ancora un anno quando lui si china sul suo visetto curioso, e ne viene catturata, gli sorride divertita e tende le braccia per farsi sollevare dal gigante buono.
Lui resta incastrato in quell’abbraccio tanto che appena fa per posarla lei urla, strilla e non molla la presa. Così l’accompagna a casa sorreggendola come una reliquia in processione: la presa salda e lo sguardo fiero.
Quando arrivano a destinazione lei ancora non si rassegna a separarsi dal suo eroe cortese e torna ad urlare e a strillare, costringendoci ad uno strappo.
Anche oggi, che di anni ne ha cinque, quando lo incontra gli corre incontro entusiasta e festaiola, gridando il suo nome, manca solo in sottofondo la musica di Love Story. Ha sempre un piccolo episodio da raccontargli e glielo porge come un regalo prezioso. “lo sai che ho salvato una capretta?”, “stasera la mia mamma mi fa la pizza”, “il mio fratellino è in castigo perché ha fatto i capricci”.
Lui l’ascolta attento e ride di gusto, aprendo il suo sorriso sdentato, poi mi guarda e mi dice sempre la stessa cosa: “fürrrba”, arrotando la R come fanno i bambini quando imparano a pronunciarla. Quindi si allontana, raggiunge, con passo sperticato, la sua vita semplice.
Non abbiamo mai capito perché mia figlia grande resti così affascinata da quel gigante gentile e derelitto. Forse è lo sguardo buono, forse è il viso buffo, forse è il linguaggio scalcinato e misterioso.
O forse ha solo capito che dentro a quell’omone grande è rinchiuso un bambino.
l’ultima ipotesi sicuramente.
e poi anche perchè tua figlia non avendo ancora “giudizio” è libera dal “pregiudizio”
(la cosa più bella dell’infanzia)
ml
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e’ proprio così Massimo, sarebbe bello se riuscissimo ad essere così anche noi adulti, almeno ogni tanto.
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E’ un bel racconto. Bello. Brava!
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grazie mille Isa!!
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Io adoro questa cosa dei bambini, il loro saper andare oltre
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Davvero, avremmo tanto da imparare …
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Che bello, una fiaba vera… I bambini sono giganti, per questo tua figlia ama quell’omone.
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Però, confesso che un po’ lo amo anche io. che sono piccola piccola 😉
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Molto bella. I bambini vanno oltre, sempre.
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❤
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Quanta bellezza! ❤
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❤ back!
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Un film con un messaggio semplice e puro che è riuscito davvero a colpirmi.
Alcuni dicono che è un film fatto più per bambini che per tutti, ma io credo che sia rivolto anche agli adulti, per cercare di risvegliare il bambino che è in tutti noi.
Mi dispiace solo che abbia floppato al botteghino.
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Mi fa piacere che ti sia piaciuto il film, ma io temo proprio di non averlo mai visto. Il titolo invece l’ho preso in prestito dalla canzone di Dalla.
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